Tech Venture Capital, parliamone con Marco Santinoli

Per Marco Santinoli, blogger esperto di marketing management e professionista della grande distribuzione organizzata, il venture capital rappresenta un punto molto importante per lo sviluppo soprattutto delle nuove tecnologie. Sebbene possa sembrare un ottimo modo per sviluppare la propria idea e magari riuscire a diventare uno dei pochi fortunati milionari o addirittura miliardari, questo tipo di strumento finanziario potrebbe rappresentare un elemento che potrebbe mettere in pericolo la propria attività. Vediamo insieme meglio questi aspetti, scritti in collaborazione con il team di Marco Santinoli.

Marco Santinoli: ricordate lo sviluppo di Apple?

Vi sono alcuni venture capitalist che hanno permesso realmente lo sviluppo dell’informatica, ad Arthur Rock si deve lo sviluppo di Apple. Un operatore di quel settore non solo metteva sul piatto il proprio capitale ma anche la sua esperienza nello sviluppo delle attività. Col tempo il settore ha avuto una grande evoluzione e dalla figura del solitario miliardario che decideva di investire in un determinato progetto si è arrivati a vere e proprie banche d’affari. Questa nuova figura ha però aiutato alla nascita delle bolle finanziarie, vedi la bolla delle “dotcom” della fine del secolo scorso. Come e quando arriva il venture capital? Potrebbe sembrare che il venture capitalist si occupi di tutto ma ciò non è vero o almeno non è del tutto vero visto che quel denaro arriva per coprire i buchi. Molto spesso però solo una piccola quota di questo investimento riesce ad arrivare realmente per l’innovazione visto che il capitale di rischio ha invece un ruolo necessario nella fase di vendita del prodotto o del servizio dell’attività, ricorda Marco Santinoli. In fin dei conti si arriva a finanziare principalmente le misure necessarie per la crescita della compagnia e per il bilancio. Un altro aspetto che deve essere in grande attenzione è il tipo di investimento che viene offerto. 

A proposito del capitalismo di ventura

Di norma il capitalismo di ventura non rappresenta un investimento strutturale perché si va a parlare di un investimento a breve termine. L’investitore quindi offre il suo capitale per portare la compagnia verso l’aumento del valore ed il raggiungimento di una certa credibilità finanziaria. A quel punto si passa alla vendita delle quote e delle azioni verso mercato istituzionali in modo da poter ottenere liquidità. Il venture capital è un operatore necessario per le startup Si può dire che l’investitore di rischio è un operatore necessario per le aziende appena nate perché gli investitori istituzionali non sono interessati ad un investimento dove il rischio è eccessivamente alto. Il problema fondamentale è che il tasso d’interesse, per gli istituti bancari, deve essere direttamente proporzionale al rischio che si assume e visto che non possono essere eccessivamente alti, causa usura, il gioco non ne vale la candela – non è solo questione di buona tecnologia. Ciò significa che le banche andranno a concedere più facilmente dei finanziamenti a chi ha dei beni immobiliari, cosa decisamente complicato per le startup. Cosa c’è dentro ad un fondo di venture capital? Il concetto che ruota intorno all’investimento di rischio è la presenza di un fondo di capitale con una grande dotazione economica che fa gli interessi non delle aziende finanziate ma solamente di coloro che hanno affidato i capitali. Molto spesso vi sono all’interno vari tipi di soggetti che vanno dai fondi pensione fino a società finanziarie.

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