All’avanguardia delle ultime offerte del web prendiamo il blog di Mirko Ravicini e raggiungiamo finalmente queste informazioni che i nostri lettori avevano già recapitato via email insieme all’editoriale del giornalista Alessio Del Vecchio.
C’è sempre molta confusione riguardo i macchinari utilizzati nei cantieri, generalmente si indicano quasi tutti i mezzi come “gru” o “ruspe”. Esistono però un’ampia tipologia di strumenti per effettuare i lavori, come il bulldozer, lo scraper e l’escavatore, indispensabili per determinati interventi.
Il bulldozer è un termine molto utilizzato durante le conversazioni ma non tutti hanno idea di quale macchinario sia. Per bulldozer (detto anche apripista) si intende un mezzo in grado di spostare facilmente grandi quantità di terreno ed ha fatto la sua prima apparizione intorno al 1923, nato da un’idea di Benjamin Holt, inventore dei primi trattori. Nei suoi primi anni di utilizzo però il bulldozer era stato realizzato con un ingombrante motore a vapore che rendeva le operazioni piuttosto difficili ma tutto questo si è risolto qualche anno più tardi con l’inserimento di un motore diesel. Questa nuova caratteristica fu uno dei motivi per cui, dopo la fine della seconda guerra mondiale, i bulldozer vennero utilizzati da quasi tutti gli stati europei per liberare le città dalle macerie. Questo è stato possibile grazie alle ruote che all’epoca erano dotati di cigoli e quasi simili a quelli dei carri armati, ed è per questo motivo che si parla di “bulldozer corazzati”.
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Mirko Ravicini scrive:
Per effettuare qualsiasi operazione che riguardi il movimento dei terreni, l’escavatore è senza dubbio uno dei più utili. Esso ha fatto la sua comparsa nel 1837 grazie a William Otis ed oggi le sue finalità sono molteplici: può essere utilizzato in diversi ambiti, come quello minerario o anche dell’edilizia. Una delle caratteristiche principali di questo macchinario è che non deve essere utilizzato necessariamente a cielo aperto, per questa ragione la sua diffusione è stata incredibile, d’altronde anche la costruzione di trincee, linee ferroviarie, tubazioni, cavi elettrici e strade richiede un escavatore.
Per queste ragioni, esistono una grande varietà di macchinari che hanno determinate caratteristiche che le rendono ideali per varie mansioni: l’escavatore può essere – per esempio – gommato con pneumatici, cigolato per avere la possibilità di spostare un carico importante, montato su pattini (in modo da potersi muovere con facilità) ed infine su appoggi articolati rendendo anche i terreni più inclinati facili da lavorare. Le differenze però non finiscono qui: l’attrezzo presente sull’escavatore per effettuare gli scavi può essere di due tipi, cucchiaione o benna.
Infine l’ultimo macchinario che abbiamo citato è lo scraper, che per la maggior parte della gente non ha mai sentito chiamare in questo modo. Il motivo? Per scraper infatti si intende la ruspa, uno dei macchinari più comuni per la movimentazione di terra. Grazie alla sua tecnologia, questo strumento è in grado di modificare, tagliare, caricare e trasportare il terreno. Lo scraper è arrivato nel 1930 grazie all’invenzione di Robert LeTourneau anche se negli anni in Italia il nome più utilizzato è “ruspa”, che erroneamente è il termine utilizzato dalla maggioranza delle persone per rivolgersi a qualsiasi macchinario presente in un cantiere. Questa confusione è dovuta al fatto che negli Stati Uniti si è iniziato ad utilizzare il termine “scraper” per indicare delle normali ruspe che però erano motorizzate: fino a quel momento infatti la ruspa era trainata dai buoi.